Leggo ergo sum
Sono una donna periodica in tutto. A parte in amore che sono una cariatide. Ma questo non c'entra. Dicevo sono periodica in quasi tutto. Anche nella capacità di lettura. Ci sono belle stagioni in cui leggo libri su libri, e altre in cui la pila accanto al letto si alzacome una torre di babele senza speranza, con tutti i titoli che si parlano e gli autori stranieri si gridano: hey, tu, laggiù, si, tu rasoterra, come si sta appoggiati con tutti noi sopra? pesiamo tanto? / e un altro risponde: dici a me? parlate piano voi, sono un delicato libro di poesie... non posso ascoltare tutti i vostri lamenti/In cima che troneggia quello spavaldo: ragazzi che bene si sta quassù, un fresco che non vi dico... peccato che poi Lei di sera mi ci appoggia bicchiere d'acqua sgocciolante e occhiali, che mi sento un pò comodino, più che best seller...
Non voglio divagare cedendo la parola ai libri. Ma voglio fare un giro per la casa, con il mac in mano e elencare qui tutti i libri che sto leggendo. Che sto cercando di leggere:
Si comincia.
Follia di Patrick McGrath, Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer, Poesie di Patrizia Cavalli, La grammatica di Dio di Stefano Benni, Sillabari di Goffredo PArise, Quando si ama non scende mai la notte di Guillame Musso, Genitori e adolescenti di Michael Carr Gregg, Adolescenza di Francoise Dolto, Poesie di Sylvia Plath, La variante di Luneburg di Paolo Maurensing.
E niente mi ha preso davvero. Non ancora. Certo non è mica colpa degli autori, ho dato la colpa a me, a questo mondo che mi distrae, alla mia incapacità di concentrarmi su oggetti che non si muovono come le figure dei film, ho dato la colpa alle mille cose che devo fare durante il giorno, alla stanchezza della sera, agli impegni, alle copertine non accattivanti. Vigliacca.
Poi credo che che la cosa di cui sono carente maggiormente sia il tempo. Il tempo quello che non ha le porte chiuse strette, quello che non comincia con un: pronti, via! e non finisce con un: ecco fatto! Il tempo diluito che inizia senza iniziare, senza farsi accorgere, con un pò di lieve e deliziosa noia, e finisce con una piena e appagata spossatezza.
Praticamente dovrei avere un'altra vita. Vita da libri.
Non voglio divagare cedendo la parola ai libri. Ma voglio fare un giro per la casa, con il mac in mano e elencare qui tutti i libri che sto leggendo. Che sto cercando di leggere:
Si comincia.
Follia di Patrick McGrath, Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer, Poesie di Patrizia Cavalli, La grammatica di Dio di Stefano Benni, Sillabari di Goffredo PArise, Quando si ama non scende mai la notte di Guillame Musso, Genitori e adolescenti di Michael Carr Gregg, Adolescenza di Francoise Dolto, Poesie di Sylvia Plath, La variante di Luneburg di Paolo Maurensing.
E niente mi ha preso davvero. Non ancora. Certo non è mica colpa degli autori, ho dato la colpa a me, a questo mondo che mi distrae, alla mia incapacità di concentrarmi su oggetti che non si muovono come le figure dei film, ho dato la colpa alle mille cose che devo fare durante il giorno, alla stanchezza della sera, agli impegni, alle copertine non accattivanti. Vigliacca.
Poi credo che che la cosa di cui sono carente maggiormente sia il tempo. Il tempo quello che non ha le porte chiuse strette, quello che non comincia con un: pronti, via! e non finisce con un: ecco fatto! Il tempo diluito che inizia senza iniziare, senza farsi accorgere, con un pò di lieve e deliziosa noia, e finisce con una piena e appagata spossatezza.
Praticamente dovrei avere un'altra vita. Vita da libri.
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