sereno
Joselito Sabogal |
Oggi piango la mia morte
nella mia tregua silente
e quanto non vi riguarda questo riverso
tanto come sollievo d’acqua sulle ustioni
nuovo amico, conosci a tue mani essenziali
il mio volto caldo, che oggi sia scolpito di pietra
e avvolto in rivoli disciolti e ciuffi quieti
Piango per me, lievemente,
per non scomporre la quiete rarefatta
delle idee giacenti, inanellate e finalmente identiche
a se stesse domani e oggi, intanto.
Che morire è presente,
e il domani inabitato è confuso.
Oggi piango con cura, amate voi fortemente
il mio nudo frugare
di chi scava nella terra in cerca di radici
in un girone terreno
senza mai uno specchiarsi reale.
nella mia tregua silente
e quanto non vi riguarda questo riverso
tanto come sollievo d’acqua sulle ustioni
nuovo amico, conosci a tue mani essenziali
il mio volto caldo, che oggi sia scolpito di pietra
e avvolto in rivoli disciolti e ciuffi quieti
Piango per me, lievemente,
per non scomporre la quiete rarefatta
delle idee giacenti, inanellate e finalmente identiche
a se stesse domani e oggi, intanto.
Che morire è presente,
e il domani inabitato è confuso.
Oggi piango con cura, amate voi fortemente
il mio nudo frugare
di chi scava nella terra in cerca di radici
in un girone terreno
senza mai uno specchiarsi reale.
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