Accompagnamenti
Poichè non mi veniva nessuna parola
(la parola era "addio", ma non riuscivo a dirla)
ti ho dato il mio silenzio
ed ho ascoltato il tuo,
e non è stato un vuoto, ma condivisa pienezza
e ancora gioia, mentre accettavamo,
come la terra, un nostro tempo di neve,
bianco grembo d'attesa delle future estati.
(Margherita Guidacci)
Cerco sempre note lievi negli addii come negli inizi. Impetuosa amazzone di molte passioni, sono anche foglia d'edera tra le mani. Delicatezza e sfumature. Celebro l'accompagnamento nelle relazioni.
Accompagnamento, che è lieve iniziare, camminando, saggiare le prime labbra, ascoltare la nuova voce e gli odori, un riscaldamento prima di una corsa. Abituarsi alla comparsa di un personaggio nuovo, il suo modo di camminare, le curve delle sue parole, le prime reazioni, il muoversi delle mani.
E che è lieve finire. Far l'abitudine a non ascoltarsi più, ambientare gli occhi ad un mondo senza l'altro, a poco a poco, lasciar che svanisca insieme a una ragione. Sfiorarsi le mani ancora una volta, dirsi addio, sostenersi e rispettarsi nell'integrità degli sguardi, prima di distoglierli.
Così per me si celebra l'Amore e la sua fine, permettendogli di proseguire il cammino. Un addio condiviso, rafforza il ricordo e diluisce i rancori.
Molti non lo fanno, per superficialità o paura, lasciando cadere da soli il filo rosso dalle mani.
Dietro l'angolo, al buio. Come ombre.
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