Essere madri è un nocciolo dentro
Giuliano Tamburin |
E' un anello di una catena, non un punto d'inizio di una semiretta.
La difficoltà di essere madri non è la fatica, non è la preoccupazione o l'assurdo sperdimento d'amore.
Ogni giorno è necessario un piccolo ritocco alla rotta di navigazione, il perfezionamento ininterrotto di direzione nell'accompagnamento. Mi stanco così tanto ad essere messa in discussione di continuo, un dispendio energetico pazzesco ad esser sotto tiro sempre, consciamente o no, l'esser confrontata, superata, combattuta, sfidata. Anche e soprattutto nell'amore più grande.
E' faticoso essere madri, davvero. Soprattutto di figli grandi, ora lo so.
Mettersi lì e scegliere come. Come, non se, affrontare questo percorso minato d'amore.
A volte reagisco d'impulsività, e sbaglio. Torno indietro e trovo un panorama già diverso, emozioni diverse, reazioni e cambiamenti già avvenuti, nei nostri figli. Un minuto e l'atmosfera è cambiata.
Altre volte reagisco con razionalità, e sbaglio. Torno indietro e trovo i figli lì, ad aspettare qualcosa di diverso. Come se sapessero. Cerco di spiegare. Per non lasciare indietro buchi.
Mi riesce, a volte. Non mi riesce, altre volte.
Essere madri è essere un cuscino enorme e senza tempo.
Tra chi amiamo e il mondo. E non vale a niente credere che quando saranno grandi le cose saranno più facili. Non è vero. Non è vero per niente. E' tutto più ingarbugliato e complesso. Meccanismi da adulti si intrecciano con il nostro esser bambini sempre. Mentre noi siamo più vecchie, e inaspettatamente più legate ai nostri ricordi d'infanzia, loro, i nostri figli, sono meno bambini, si sentono adulti. Le lotte più accese, le scuse più serie, gli abbracci più solidi.
Un grande amore nato in fondo al ventre, che ogni giorno sobbolle, borbotta, culla e riscalda e fa sgorgare dal nocciolo dentro paure, dubbi, momenti di dramma e risate così piene d'amore e orgoglio e forza da sembrare una primavera quotidiana.
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