L'ARTE CONCETTUALE SCENDE IN PIAZZA A TRIESTE

L'arte contemporanea concettuale affronta le strade di Trieste sfidando un personaggio pietra miliare della sua storia letteraria. Una doccia di arancione avvolge da oggi la statua bronzea di Italo Svevo, personaggio cult della Mitteleuropa triestina. Un'opera inserita nel contesto sociale, storico, culturale. Un'opera che desidera non solo farsi carico del messaggio cromatico arancione, come simbolo di apprezzamento della vita tutta, esprimendo sempre e ovunque coraggio, spontaneità e buonumore, ottimi i rapporti con gli altri. Ma desidera anche, visto in mezzo ancorato al terreno in Piazza Hortis, rimanere bandiera e cambiare la storia.
Un segno artistico indelebile per un'epoca culturale che sta cambiando. Così come il debutto di La coscienza di Zeno, dallo stesso Svevo concepito come recupero e salvaguardia della vita.  L'esistenza vissuta viene sottratta al flusso oggettivo del tempo. Soltanto se l'esistenza sarà narrata o «letteraturizzata» sarà possibile evitare la perdita dei momenti importanti della vita e rivivere nella parola letteraria l'esperienza vitale del passato, i desideri e le pulsioni che nella realtà sono spesso repressi e soffocati.
L'arancione qui evoca perfettamente la summa dell'opera, che altro non è che un cortocircuito tra opere ed epoche, tra tempo e storia, tra provocazione e riflusso storico. L'arancione colore rappresenta il rispetto per tutto e tutti ed è dotato di grande umanità, apertura, che si offre per conoscere e per essere coinvolto da interessi diversi.
L'arte concettuale scende in piazza, per la precisione Piazza Hortis. E rimane lì, bandiera indelebile di un'arte che grida con i colori e vuole farsi ascoltare.



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