Punti di partenza

Ieri ho trascinato a casa dei miei genitori una scatolona pesante e delicata, con la gioia di un gatto che porta ai padroni il topo che ha cacciato.
Appoggiato il bottino sul marmo della cucina, l'ho guardato soddisfatta, emozionata, con un sorriso un pò ebete di chi stranamente non ha parole da aggiungere alla gioia.

La mia caccia consisteva in una Nikon D90 (kit con ottica da 18/105 VR).

"Il punto di partenza" ho saputo dire "da ora si fa sul serio".

I miei anziani genitori, che non percepivano forse le sfumature di piacere che avevo nel descrivere come "stabilizzato" l'obbiettivo, mi guardavano invece con tenerezza mista a orgoglio.
No, niente a che vedere con l'orgoglio di un traguardo raggiunto, anzi. Era invece orgoglio di vedere la propria figlia strampalata di 42 anni, emozionarsi ed entusiasmarsi per un altro punto di partenza.

Come la bambina di 12 anni che al momento della prima mestruazione, scoperta in una pausa pipì di un normale pranzo familiare del mercoledì, ha gridato, traboccante di gioiosa ingenuità, :"Papàaaa, mammaaaa, sono una donna!" correndo in cucina a saltelli con le mutandine al ginocchio, affinchè tutti testimoniassero il felice evento.
Un punto di partenza.

O come la ragazzina di tre anni più tardi, che tornando a casa da un solito pomeriggio con gli amici in centro, con un nuovo luccichìo negli occhi però, seguiva come un cagnetto sua madre per il corridoio, per poterle poi dire, sottovoce, ammiccando con complicità "ehm... mi ha baciata. Maaaa con la linguaaa!".
Un punto di partenza.

Di punti di partenza ne ho vissuti molti, importanti e meno, trasferimenti di città, cambi di vita, procreazione, famiglie, malattie, nuovi mestieri, nuove passioni. Quasi tutti accompagnati da coraggio, incoscienza, energia. Molti arenati, molti proseguiti, alcuni abbandonati.

Questo mio punto di partenza, verso la fotografia in senso professionale, accompagnato dalla Nikon nuova di zecca, è solo l'ultimo della fila.
Naturalmente, per ora.

Commenti