è una notte nuova






















E poi può accadere che qualche evento ci ricordi di quanto siano lunghe le notti e di quante cose possano avvenire lontano dal giorno.


Il sonno, invece, annulla il suo stesso tempo.


Quando dormo troppo poco il giorno mi accompagna quasi laterale, con un senso lieve di ubriacatura astemia, e di distacco osservatore più sognante del solito. Le mie ciglia sono un decimo di secondo più lente nell’attimo in cui si uniscono, ho più sete, penso e ricordo di più.

Vorrei raggiungere il livello sciolto di libertà nello scrivere che ho quando ho le mani nei colori, nelle carte, nei materiali. Momenti in cui non penso, non ragiono sul fine, ma mi lascio andare al piacere e all’intuito, andando avanti istintivamente. Mescolo colori, uso le dita, le infilo nella colla, le lavo, taglio, strappo, liscio con il palmo bagnato, mi fermo a guardare. Con velocità, lentezza, pause inattese, come in un sentiero inventato in un bosco, in cui stai attento solo a dove metti il prossimo passo, e ti guardi solo intorno, catturato da particolari in rilievo della corteccia degli alberi, una foglia, un rumore, un profumo.

E’ un po così il modo in cui vivo, adesso. Di giorno, di notte. Oggi e qui. E il bosco intorno ha radure improvvise, squarci di cielo stellato che mai ho visto. Sapori che invadono la bocca, materiali nuovi che si fanno avvolgere dalle mie mani. Il tempo ha un valore nuovo, in questa estate di passaggio.

Sul mare che ha sponde sconosciute, il traghettatore è spaesato, conosce poco il fiume che traghetta, lui rema e guarda l’acqua. La nostra vita dura anni, cento giorni, o una sole notte. Guardo ogni stella riflessa in ogni onda.

Può accadere che incontri o eventi ci ricordino quanto siano lunghe le notti, quanto tempo perdono i sensi coscienti mentre stiamo dormendo. Quanto siano diversi gli elementi guardati al buio, anche l’eco sulle strade, quanto l’acqua del mare più calda, e il rumore frusciante degli alberi nel vento più sibilante, e quanto siano dilatati i pensieri e le ombre, ombre che di notte sembrano quasi non esserci più.



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