Non l'ho scritto io, ma è come se fosse. Questo è saper parlare a tutti.

Come se avessi scritto queste parole. Non nella forma, nell'acutezza, nella pulizia e nel talento di questa giornalista/direttore che continua a allargare il suo consenso. Ma nel contenuto, un grandissimo gesto di giornalismo che non nasconde l'esser madre e genitore, ma lo somma alle esperienze che rendono un uomo più pieno. Grazie a te, Concita De Gregorio, per aver dato parole anche al mio spirito.


Grazie, figli
Grazie, figli, di questa lezione memorabile che avete dato a noi che solo per voi lavoriamo e viviamo e che per voi avevamo paura, dicevamo va bene vai ma stai attento, come sempre avremmo voluto essere al posto vostro per aiutarvi e proteggervi e chissenefrega oggi di destra sinistra e centro, l'unica cosa che conta è il vostro futuro e il futuro è di tutti, anche – avete visto – di quei poliziotti e di quei finanzieri che vi applaudivano al passaggio, ce n'era un gruppo sotto al ministero Gelmini che si è messo a scherzare vi ha detto “non vi fate fregare che dipende solo da voi”, sono gli stessi agenti che manifestano davanti a Montecitorio e ad Arcore, gli stessi che vi hanno scritto, sono ragazzi anche loro, ce ne sono tanti come voi anche fra loro. Non tutti, ma tanti. Avevamo paura per voi e insieme speranza, come sempre, e come sempre non potevamo esserci perché il tempo è vostro, adesso, e da voi dipende il nostro. Grazie di aver sconfitto con l'unica arma possibile, l'intelligenza e l'ironia, la minaccia grande e reale di chi ha cercato e ancora cercherà di farvi passare per estremisti, ignoranti, provocatori, di aver sconfitto la torva arroganza del fascismo di ritorno spiazzandolo, come vi avevamo suggerito e certo sappiamo bene che non è successo perché ve l'abbiamo detto noi però lasciateci la gioia di vedere incarnato un pensiero, un testimone che passa di mano, un'idea che si muove e da qualche parte, del resto, verrà. Grazie di aver reso ridicoli semplicemente ignorandoli quelli che chiedevano il sangue sull'asfalto, quelli che vi volevano arrestare prima, che volevano trattarvi da ultras, che vi temono e vi odiano perché non vi ascoltano, non sanno quanto sia difficile stare nei vostri panni perché non ci stanno mai, stanno nei loro. Grazie per aver pensato l’idea di libertà che lascia le trincee a chi le ha costruite. Così, a Roma, vi abbiamo visti in periferia, lontano dalla zona rossa. Vestiti da Babbo Natale, coi pacchi regalo su cui avete scritto “Lotta all’evasione fiscale”, “Riconoscimento delle coppie di fatto”, “Acqua pubblica”. Diritto allo studio, avete detto al Presidente della Repubblica. Avete visto, Napolitano ha aperto la porta. I nonni e i nipoti, sono anni che lo andiamo dicendo: è questa l’alleanza che salverà l'Italia. La saggezza dei nonni, la forza dei nipoti. Scriveva Luigi Manconi, ieri, che siete un vero movimento politico. Jolanda Bufalini Claudia Fusani e Maria Grazia Gerina sono state con voi e raccontano per esempio di Alessandro, che aveva al collo una poesia di Franco Fortini. Istruitevi, abbiamo bisogno della vostra intelligenza. Non fermatevi, la battaglia è appena cominciata. L'Italia siete voi. Restituiteci la dignità che abbiamo cercato in questi tempi di fango di tenere in salvo come i libri ai tempi delle alluvioni, le mani in alto. Bianche, le mani, come le vostre. È un Paese bello e onesto e dignitoso, il nostro, avete ragione. È un Paese migliore di quella gentaglia. Prendetelo, figli. Restituitecelo. Vi guarderemo portarlo lontano, dove merita e dove meritate.
22 dicembre 2010

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